Trattamento indolore per attenuare le cicatrici iperfrofiche o cheloidee: Enerject
La cicatrizzazione può essere complicata da una serie di eventi che la deviano dal normale percorso, e possiamo così avere una cicatrizzazione ipertrofica (iperplastica) o un cheloide (cicatrizzazione metaplastica).
La cicatrice ipertrofica può essere indotta da un trattamento inadeguato alle ferite, quali una sutura grossolana o un’eccessiva tensione dei margini, oppure da una certa predisposizione soggettiva. La cicatrice appare fin dalla seconda settimana come un cordone rilevato, spesso dolente. Col tempo la cicatrice ipertrofica mostra una tendenza alla regressione spontanea, documentabile istologicamente anche dalla ricomparsa di fibre elastiche e dal compattamento delle fibre collagene.
Clinicamente il cheloide si presenta come una tumefazione di colorito rosso acceso, di forma diversa da quella della lesione di partenza e di dimensioni superiori. E’ sempre presente una spiccata dolorabilità, spontanea o indotta dalla pressione. Il cheloide è caratterizzato da un’inesorabile capacità di recidiva locale all’asportazione chirurgica, con dimensioni sempre maggiori. Tale caratteristica lo distingue pertanto dalla semplice cicatrice ipertrofica. Le cause di formazione del cheloide sono ancora in parte oscure: esistono però fattori esogeni ed endogeni. Nell’ambito dei fattori endogeni esiste una certa predisposizione razziale (soggetti di pelle scura, trasmessa verosimilmente attraverso un gene dominante). Nell’ambito dei fattori esogeni annoveriamo l’eccessiva tensione sui bordi della ferita, e tutte quelle condizioni che rallentano i processo di guarigione della ferita stessa.
Esistono inoltre delle sedi in cui il cheloide si forma più frequentemente: la regione presternale, la regione dorsale, la regione cervicale, la regione deltoidea e il lobo dell’orecchio.
Per quanto riguarda la cicatrice ipertrofica la sua regressione può essere stimolata mediante trattamento locale con corticosteroidi sia per via topica che con infiltrazioni intralesionali: tale trattamento va però praticato con molta prudenza, perchè, determina sicuramente una riduzione dello spessore del cordone cicatriziale, ma può anche provocare un’atrofia cutanea con comparsa di teleangectasie. Qualora non via remissione spontanea, la cicatrice può essere revisionata chirurgicamente mediante escissione del cordone, eliminazione della tensione cutanea e corretta sutura, dopo almeno 6 mesi.
La terapia del cheloide è proponibile solo nelle forme recenti (non più di 6 mesi): risultati incoraggianti si sono avuti con l’associazione di un bendaggio elastico-compressivo associato ad applicazione di fogli di silicone.
Trattare le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi con le tecniche tradizionali di infiltrazione è spesso molto difficile.
Ci si trova di fronte a tessuti ipertrofici, duri ,difficili da penetrare con un’ago e nei quali la distribuzione uniforme dei principi attivi risulta difficoltosa.
Enerjet eroga una potente iniezione a getto senza aghi: “spara” i principi attivi negli strati più profondi della pelle, creando un microtrauma con un effetto volumetrico profondo e una diffusione ottimale degli attivi. L’effetto blast diffonde i principi attivi nella pelle lateralmente, coprendo 100 volte l’area del punto d’ingresso di un ago da 32G.
Il trattamento con Enerjet permette di sradicare il tessuto fibrotico, che sta alla base delle cicatrici e dei cheloidi, dal suo punto più profondo e generare un microtrauma controllato che rompe e ammorbidisce il tessuto. Contemporaneamente si assiste alla somministrazione nel derma del composto attivo (generalmente composti in cui gli steroidi sono il principio attivo più rappresentato) tramite energia cinetica ad alta pressione. Questo innesca il processo di guarigione con riduzione del quadro ipertofico.
Potrebbe essere avvertito un fastidio minimo e tollerabile. Durante il trattamento, la maggior parte dei pazienti riferisce una sensazione di pressione o nessuna sensazione.
La zona apparirà lievemente arrossata e irregolare ciò è dovuto dalla penetrazione del prodotto a livello dermico. Questo tenderà a ridursi nei giorni successivi al trattamento fino a scomparire in 2-3 giorni. Residueranno dei piccoli puntini rossi, espressione del passaggio del prodotto, che scompaiono dopo pochi giorni.
Durante la prima valutazione da dottoressa stabilirà in base alle esigenze di ogni singolo paziente l’area da trattare, e creerà un programma personalizzato con il numero delle sedute e la frequenza delle stesse. il prodotto da veicolare è preferenzialmente triamcinolone diluito o metilprednisolone diluito. Esistono protocolli personalizzabili in base al tipo di cicatrice alla sue caratteristiche e alla sua durata. Il protocollo generale prevede 2-6 sedute a cadenza mensile seguite da una visita di controllo dopo 3-6 mesi per valutare l’opportunità di eseguire sedute di richiamo . I primi risultati riconducibili alla reazione indotta dal trattamento sono visibili dopo 6 settimane.
- Diabete non compensato
- Gravidanza e allattamento
- Storia di patologie vascolari o del collagene
- Patologie croniche della pelle (es. Eczema) in atto
- Malattie autoimmuni in corso
- Patologie cutanee infiammatorie e/o infettive (es. Herpes) presenti nell’area da trattare
- Ipersensibilità a componenti di filler estetici come Acido Ialuronico
- Utilizzo di farmaci anti-coagulanti e/o disturbi della coagulazione
Altre condizioni passate o presenti secondo valutazione del medico